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Lasciate ogni speranza o voi che entrate.....

2025-07-01 14:51

Ivan Isabel

Lasciate ogni speranza o voi che entrate.....

Pontboset , una sorta di villaggio situato all'incrocio di una valle laterale, circondato da alberi e come perso in un imbuto di montagne.

 

 

Pontboset , una sorta di villaggio situato all'incrocio di una valle laterale, circondato da alberi e come perso in un imbuto di montagne.

 

 

Lasciate ogni speranza o voi che entrate nella valle di Champorcher non praterie e pianure troverete ma “Un torrente che si getta da un abisso all'altro; ripidi pendii su entrambi i lati; case sospese su argini rocciosi, raggiungibili solo tramite sentieri a gradini; da nessuna parte campi e prati aperti, con versanti a picco e corridoi orribilmente bui; tale è l'aspetto cupo, aspro e selvaggio che la valle presenta, non appena vi si entra, dopo aver superato la graziosa piana di Hône. Castagni secolari, intrecciando i loro enormi rami, vi ricoprono con le loro chiome e nascondono la vista dei precipizi. Lasciano appena intravedere, a intermittenza, qualche squarcio di cielo. Dopo sei chilometri di cammino, si arriva a Pontboset , una sorta di villaggio situato all'incrocio di una valle laterale, circondato da alberi e come perso in un imbuto di montagne. Da lì, al capoluogo di Champorcher , avrete dovuto percorrere una distanza di 6 chilometri e mezzo attraverso infinite gole e una salita costante. Nulla che possa ricreare piacevolmente il panorama, a parte qualche prato ombroso lungo la strada. Vedrete solo la forma delle rocce che incombono sulla vostra testa e l'asprezza dei burroni che state attraversando” cosi scriveva in francese L’abbé Pierre Louis Vescoz nel 1870 nel libro Geografie du Pays d’Aoste 

Nel 1877 un altro canonico l'abbé Amé Gorret nella sua Guide de la Valleé d'Aoste forniva questa descrizionePont-Bozet è una sorta di triste villaggio incastonato tra le montagne e ombreggiato da enormi castagni. Si possono osservare le frazioni sparse, che sembrano aggrappate al fianco della montagna” e la Guida Illustrata della Valle d'Aosta del 1888 definiva la borgata il “Meschino villaggio di Pontboset

L’ottocento è il secolo del romanticismo, ma dalle descrizioni di vari autori emerge subito che la vallata di Champorcher appare diversa dall’idea romantica di percezione della montagna. 

Nel corso della seconda metà dell’ottocento, grazie anche all'arrivo della ferrovia e sviluppandosi il primo turismo in Valle d’Aosta appaiono le prime guide turistiche ed escursionistiche. Ritroviamo quindi le prime descrizioni paesaggistiche della Vallata di Champorcher ed in particolare di Pontboset.

In queste descrizioni il territorio appare come una terra di mezzo, non vi trovate in montagna o sulla montagna, ma nella montagna. Però da queste descrizioni emergono subito le specificità. L'acqua, i boschi verticali, ardite costruzioni in bilico sul torrente, castagni ultrasecolari, borgate sparse, burroni e gole .

Ma se ci sono burroni e gole allora ci devono per forza essere dei ponti che li attraversano e se ci sono dei ponti allora ci sono percorsi lungo i corsi d'acqua e se ci sono villaggi che paiono essere aggrappati al fianco della montagna allora ci sono arditi sentieri da percorre e da scoprire e se ci sono corsi d'acqua allora ci sono scorci, cascate e pozze e se ci sono enormi castagni allora c'è il bosco e se ci sono infinite gole allora ci sono infiniti valloni da percorrere e se ci sono valloni allora ci sono alpeggi e laghi e vette da raggiungere e se ci sono villaggi allora c'è sempre qualcosa da scoprire.

Quello che l’Abbé Vescoz descriveva come un imbuto di montagne e infinite gole ora è diventato una splendida passeggiata chiamata percorso dei sei Ponti, quello che l’abbé Vescoz chiamava burroni sono diventati punti fotografici scenografici  pittoreschi con cascate ponti e marmitte. Quello che l’Abbé Vescoz chiamava un torrente che si getta da un abisso ad un altro è diventato il più bel torrente della Valle d’Aosta con le sue rocce levigate e le sue acque limpide che invitano a rilassarsi lungo le sue sponde.

Quello che nella Guida Illustrata della Valle d'Aosta del 1888 era chiamato il “Meschino villaggio di Pontboset” o la triste borgata dall'abbé Amé Gorret nella sua Guide del la Valleé d'Aoste è diventata un luogo sospeso nella storia . Una borgata che si sviluppa lungo l’antica mulattiera con le case addossate le una sulle altre, le sue piazze, le fontane, la bellissima chiesa di San Grato, le belle architetture in pietra e legno. Stradine che si inerpicano e scendono dalla via principale. Una borgata talmente discreta da sottrarsi allo sguardo del viaggiatore distratto che percorre in auto la vallata. Le borgate poi che si sviluppano su un terreno in pendenza sono le più belle.

Oggi Pontboset offre esperienze non omologate per chi le sa cogliere ma soprattutto non replicabili in altri contesti. Sta a voi scoprirle.

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